Carlo Cesi, notevole pittore ed incisore Seicentesco
Carlo Cesi è stato un pittore ed incisore attivo nel Seicento: di lui conosciamo numerose opere soltanto perché citate dal Pascoli nella sua biografia. Dopo aver studiato a Roma presso Pietro da Cortona, si dedicò a quadri ed incisioni tra cui le notevoli acqueforti degli affreschi del Carracci a Palazzo Farnese
Carlo Cesi, detto
anche Cesio, è stata una delle personalità più notevoli del Seicento di Antrodoco, pittore e incisore di chiara fama venuto alla luce nel 1626 da un
padre originario di Todi rifugiatosi nel Lazio dopo aver commesso un omicidio.
Trasferitosi a Rieti appena sedicenne per dedicarsi allo studio del disegno e
della pittura, ebbe modo di mettere in luce tutto il suo talento al punto che
fu ben presto spinto a trasferirsi a Roma presso Pietro da Cortona, grazie al quale ottenne le prime commissioni.
Poiché molto della sua produzione è andato perduto,
conosciamo varie opere di Carlo Cesisoltanto perché vengono menzionate dal Pascolinella sua biografia: tra queste ci sono una Crocefissione, una Favola di Medusa,
una Natività e una Purificazione della Madonna. La consacrazione arriva nel
1657 con l’affresco raffigurante il giudizio di Salomone, oggi conservato al
Quirinale, cui fanno seguito un trittico raffigurante la Trinità, l'Immacolata
e san Dionigi visibile all'Accademia di Francia a Roma e Lo sposalizio mistico
di Santa Caterina, in santa Maria Maggiore.
Se il suo talento nella pittura è indiscutibile, la sua fama
è dovuta soprattutto alla sua attività di incisore: Carlo Cesi riprodusse numerosi affreschi del Seicento
romano, tra cui le acqueforti degli affreschi
del Carracci a Palazzo Farnese e la Galleria nel palazzo del Principe
Panfilio da Pietro Berrettini da Cortona. A testimonianza del suo prestigio
sociale, nel 1675 venne nominato nel 1675 principe dell'Accademia di San Luca. Si ritirò a Rieti nel 1681, morendovi l’anno
successivo.